Sono obbligazioni che hanno una vera e propria scadenza come i comuni prestiti obbligazionari, o se esiste questa è molto lontana nel tempo.Questo tipo di obbligazioni sono emesse da banche.
Quando le obbligazioni subordinate non hanno una scadenza prevedono un’opzione di rimborso anticipato (“call”) a favore dell’emittente bancario, che può essere esercitata a partire da una certa data.
Questi titoli sono spesso anche chiamati “junior” per distinguerli da quelli non subordinati chiamati obbligazioni senior.
I prestiti subordinati hanno tutti una rischiosità superiore alle normali obbligazioni.
Oltre al rischi emittente (cioè che la Banca non le rimborsi a scadenza o non paghi le cedole) hanno un rischio supplementare che varia a seconda della tipologia legale dell’obbligazione. di solito ad un aumento del rischio coincide anche un rendimento superiore alla norma.
In alcuni casi, il rischio è legato unicamente al fatto che, in caso di fallimento della banca, il portatore viene soddisfatto dopo gli altri creditori senior.
In altri casi, l’investitore può subire perdite (anche irrecuperabili) anche qualora la banca non diventi insolvente ma semplicemente si trovi in una qualche difficoltà finanziaria.
Le obbligazioni subordinate tipicamente si dividono in 4 tipologie:
Il Tier1 (chiamato anche Patrimonio di classe 1) rappresenta la quota più solida e facilmente disponibile del patrimonio della banca. Il Tier1 Capital Ratio è dato dal rapporto fra il patrimonio di base della banca e le sue attività ponderate in base al rischio. Il var è il metodo per quantificare il livello di rischio e misura la massima perdita potenziale che ci si attende possa essere generata riguardo uno specifico orizzonte temporale. Diverso dal Tier1 Capital è il Core Tier1 che indica il Tier 1 Capital al netto degli strumenti ibridi. Ossia al netto di quegli strumenti finanziari che possono essere emessi dalle banche sotto forma di obbligazioni, certificati di deposito e buoni fruttiferi o altri titoli e che sono rimborsati ai sottoscrittori su richiesta dell’emittente con il preventivo consenso della Banca d’Italia.
Il Tier1 Capital si compone di:
Utili non distribuiti e Riserve, al netto dell’avviamento,
Azioni ordinarie e di risparmio,
Preferred Securities: obbligazioni perpetue richiamabili non prima di 10 anni, il cui pagamento può essere sospeso in presenza di andamenti negativi della gestione e privilegiate solo rispetto alle azioni ordinarie e di risparmio.
Il Tier 1, come detto, si scompone in Core Tier 1, il cui ammontare deve essere non inferiore all’85% dell’intero Tier 1, e considera i punti 1 e 2, e l’Hybrid Tier 1, che accoglie invece solo le preferred securities, in un ammontare massimo non superiore al 15% dell’intero Tier 1.
Con l’aumentare della garanzia di rimborso per l’investitore, troviamo il Tier 2, anch’esso scomponibile in Upper Tier 2, che accoglie obbligazioni della durata superiore a 10 anni e utilizzabili per coprire perdite derivanti dalla operatività della banca che non le consentirebbero la prosecuzione dell’attività, e in Lower Tier 2, contenente obbligazioni della durata superiore ai 5 anni.
Ancora con l’aumento della garanzia del rimborso troviamo il Tier 3, composto da obbligazioni della durata superiore ai 2 anni, non utilizzabili per coprire le perdite derivanti dalla operatività della banca ma ammettono la sospensione del pagamento di capitale e interessi in caso di riduzione del Patrimonio netto contabile al di sotto dei limiti di legge e su iniziativa delle autorità di vigilanza (Banca d’Italia).
Si capisce bene che le obbligazioni subordinate hanno un maggiore rischio rispetto alle obbligazioni ordinarie perché sono emesse per consentire una stabilità finanziaria delle banche. Proprio per questo sono più volatili rispetto alle normali obbligazioni e da molti sono quasi equiparate, nel rischio, alle azioni.
La volatilità è data dal fatto che le obbligazioni subordinate tendono ad assorbire per prime le perdite di una banca e questa volatilità aumenta all’aumentare delle incertezze sugli emittenti, come è stato il caso nella crisi finanziaria che è tuttora in corso.
Qui sotto riporto un grafico del prezzo medio di questi titoli che è estremamente indicativo:
La tipologia di obbligazioni subordinate maggiormente emessa è quella Lower Tier 2 (LT2).
Il Lower Tier 2 risulta essere il meno complicato da gestire per un investitore, anche non professionale, perché i principali rischi che si assume il sottoscrittore di questa tipologia di bond sono:
-il rischio di subire una perdita quasi totale qualora l’emittente diventi insolvente ed entri in una procedura in qualche modo simile al fallimento: l’esperienza dimostra che, in questi casi, anche il portatore di questi subordinati, per quanto tra i meno rischiosi in assoluto, tende a perdere quasi il 100% del nominale;
-l’extension risk, legato al mancato esercizio dell’opzione di rimborso anticipato spesso presente in questa tipologia di titoli e alla conseguente incertezza sulla data di effettiva scadenza;
-l’illiquidità, come è il caso per la generalità delle obbligazioni corporate.
Si tratta quindi di investimenti piuttosto rischiosi.