Troppo spesso gli investitori associano il libretto postale al conto deposito: in realtà sono due forme di gestione del risparmio totalmente differenti! Leggi l’articolo per scoprire quale tra le due è la forma di investimento più conveniente.
Nel panorama degli strumenti finanziari dedicati alla gestione del risparmio a basso rischio, il libretto di risparmio e il conto deposito sono paragonabili solo sotto alcuni punti di vista, in quanto lo strumento più simile al primo è il libretto bancario che però è caduto abbastanza in disuso .
In ogni modo, oggi con la nascita dei numerosi conti deposito con bancomat, le differenze tra queste due modalità di far fruttare i propri risparmi o di crearli con accantonamenti non programmati, si sono ulteriormente assottigliate.
Analogie e differenze tra libretto postale e conto deposito
Le maggiori analogie si hanno se si considerano i conti deposito liberi, infatti, sia questi che le varie tipologie di libretto postale consentono l’apertura con pochi euro, non richiedendo delle soglie minime particolari (a meno di condizioni promozionali) ed il denaro è sempre disponibile e prelevabile in qualsiasi momento.
Nel caso dei conti deposito vincolati viene invece meno la possibilità di accumulare i risparmi periodicamente con dei versamenti spontanei dei propri soldi. Un’altra differenza è data dal fatto che i libretti postali possono essere intestati fino a 4 persone (e ci sono dei libretti che ne consentono l’intestazione anche a un minore), mentre per i conti deposito al massimo la cointestazione riguarda due titolari e non sono previste intestazioni di minori (tranne nel caso del minore “emancipato” riconosciuto con sentenza del tribunale).
Per la sottoscrizione dei libretti postali non ci sono particolari limitazioni sul numero di libretti stessi intestato ad una stessa persona, mentre per i conti deposito le banche prevedono mediamente un massimo di due conti deposito che riportino lo stesso titolare, e solo in alcune situazioni il numero massimo viene portato a 4 (intestatario unico o contitolare).
Per quello che abbiamo visto fino a questo punto, non esiste quindi una preferenza a priori, ma la scelta dell’uno o dell’altro dipende ovviamente dalle specifiche esigenze e dal tipo di impiego che si intende fare, visto anche che i conti deposito consentono quasi sempre una gestione anche completamente online, mentre per il libretto postale la partecipazione “fisica” con tanto di file allo sportello non può essere evitata.
Un paragone sul rendimento di entrambi?
La natura di entrambi questi strumenti è la gestione del risparmio, per cui ci si aspetterebbe un ritorno economico più che soddisfacente, ma nella maggior parte dei casi non è così, poiché considerato l’effetto inflattivo, e dato che nessuno dei due prevede una indicizzazione proprio al tasso di inflazione, in realtà non offrono dei rendimenti particolarmente interessanti pur mettendo al sicuro dalla maggior parte dei rischi collegati ai mercati finanziari.
Per i libretti postali poi si lamenta anche poca chiarezza sul tasso di interesse di cui si usufruirà concretamente : per regolarsi bisogna vedere l’andamento e i tassi sui Bot a sei mesi, in quanto per il loro rendimento ci si riferisce a questi.
Capitano frequentemente anche dei tassi più elevati promozionali ma sono sottoposti quasi sempre al mantenimento di una serie di condizioni che davvero in pochi sono in grado di rispettare.
La media di un tasso per un libretto ordinario nominativo negli ultimi anni in media è stata intorno all’1%. Questo è anche il tasso di rendimento applicato dalla maggior parte delle banche sui conti deposito liberi, per cui se ci si fermasse a questi, sarebbero più convenienti i primi in quanto hanno un’imposta di bollo leggermente più bassa. Tuttavia con i conti deposito si possono sfruttare al meglio i tassi promozionali, che permettono, nella scelta del conto deposito vincolato, di aumentarne in modo sensibile il rendimento, superando, anche se di poco, il tasso di inflazione ufficiale.
Perciò se si ha la possibilità di mantenere i soldi fermi per un certo orizzonte temporale, dal punto di vista del mero rendimento (almeno dai 6 mesi in su), allora il conto deposito potrebbe rappresentare la soluzione più remunerativa.