Conto Deposito Libero o Vincolato – Cosa Scegliere

Come scegliere tra Conto deposito libero o vincolato?

L’alternativa è varia e la scelta deve essere attenta!

In un periodo di instabilità economica come quello attuale, tutelare i propri risparmi da perdite finanziarie risulta essere un pensiero comune per molti risparmiatori che trovano nel conto deposito una cassaforte in cui depositare i propri risparmi senza correre grossi pericoli.
Il mercato offre varie tipologie di conti deposito che si distinguono tra loro per vari aspetti, anche se n verità a differenziarli è una caratteristica che li distingue in liberi o vincolati.

Andiamo a vedere nel dettaglio di che cosa si tratta.

Il conto deposito libero, si deve appoggiare ad un conto corrente tradizionale, e consente al cliente di accedere velocemente alla somma di denaro depositata, potendo ottenere un buon rendimento grazie ai tassi di interesse molto
convenienti. Questo tipo di conto deposito è indicato per coloro che improvvisamente potrebbero avere la necessità di avere liquidità economica.

Le operazioni permesse dal conto deposito libero sono quelle di versamento e prelievo.
Il conto deposito vincolato prevede, al contrario di quello libero appunto, che il cliente non possa accedere alla somma depositata per l’intera durata del vincolo che viene stipulato con il primo contratto con la banca, un vincolo che può variare, in genere, da 1 mese a due anni.

Il conto deposito vincolato offre rendimenti con interessi più elevati rispetto al deposito libero.

In caso di rescissione anticipata del contratto, alcune banche si riservano l’opportunità di applicare delle penali, o anche di non conteggiare gli interessi maturati fino al momento della chiusura del conto.

La scelta della tipologia di conto deposito varia ovviamente rispetto alle proprie esigenze personali.

Vincolare le somme per un periodo troppo lungo, potrebbe essere un’opzione poco allettante, oppure potrebbe rappresentare un salvadanaio sicuro nei momenti di crisi finanziaria.

Nella scelta su quale tipologia conto deposito aprire, è sempre utile valutare le differenti tipologie di prodotto offerti dalle banche italiane.

Ad esempio tra alcuni dei conti deposito più convenienti ci sono il conto deposito di CheBanca!, IBL Banca, Conto InMediolanum, Webank, Iwbank, Conto Rendimax e conto arancio.

Future e Leva Finanziaria

Vi avevo accennato alla leva finanziaria dei future (o derivati), vediamo ora di capire in cosa consiste e di conseguenza come sono strutturati questi strumenti finanziari. Vi sarà capitato di dover alzare un oggetto molto pesante aiutandovi con un bastone di materiale più o meno resistente , o ancora più comunemente di dover utilizzare il crick della vostra auto per sollevarla e sostituire il pneumatico forato. Bene, il bastone e il crick dell’auto sono quelle che in fisica vengono comunemente chiamate “leve”. Tramite il loro utilizzo riusciamo a spostare pesi anche molto al di sopra della nostra portata.

In finanza il principio è lo stesso, solo che ciò che andiamo a spostare non è un peso ma uno strumento finanziario di valore monetario molto più elevato rispetto al nostro investimento vero e proprio. Come sostengo da sempre, un esempio pratico vale più di mille parole. Un contratto future del nostro indice S&P/Mib ha una leva finanziaria di 1:5 (si legge 1 a 5), questo significa che se l’indice segna ad esempio 20.000 punti il suo valore è di 20.000 x 5 = 100.000 euro.
DOMANDA: Ma ho bisogno di tutti questi soldi per acquistare un contratto future?
RISPOSTA: No, abbiamo detto che c’è la leva finanziaria e per quanto riguarda il mercato dei derivati italiani (IDEM) la Cassa di compensazione e Garanzia dice che per acquistare un contratto è necessario coprire il 14,5% del suo valore. Quindi il costo per l’acquisto del future è 20.000 x 5 x 14,5% = 14.500 euro.

Morale della favola, con 14.500 euro si può acquistare un contratto dal valore di 100.000 euro! Capite ora cosa significa effetto leva?
A questo punto è facile capire che se si entra in posizione rialzista (o long nel gergo del trading) quando l’indice segna 20.000 punti e chiudo la posizione a 20.100 guadagnando 100 punti contestualmente avrò anche guadagnato 5 x 100 = 500 euro. Attenzione però al rovescio della medaglia: se si sbaglia la posizione e anzichè guadagnarli si perdono 100 punti, viene da se che avremmo regalato al mercato 500 euro.

A seguito vi riporto i principali mercati future e i loro controvalori:

S&P/MIB40 future: nome impronunciabile, tanto che i più continuano a chiamarlo col vecchio nome Fib. Quest’ultimo era il derivato sul vecchio indice MIB30 cancellato dalle quotazioni il 17 settembre 2004. Al suo posto è quotato al momento S&P/MIB40. La differenza è che oltre ai maggiori 30 titoli ne sono stati aggiunti altri 10 presi tra l’indice Midex e il Nuovo Mercato. Il derivato ha un controvalore pari a:
valore battuto x 5 euro

Dax Future: è il contratto sull’indice tedesco Dax, quotato sul circuito Eurex dal 1997, che un controvalore pari a:
valore battuto x 25 euro

DJ Eurostoxx50 Future: è il contratto derivato sull’indice europeo Dow Jones Eurostoxx50, che racchiude i principali 50 titoli delle borse euro, quotato dal 1999 sul circuito Eurex ha un controvalore pari a:
valore battuto x 10 euro

E-mini S&P500 Future: è il contratto derivato sull’indice USA S&P500, nella versione “mini”, essendo quello maggiore assolutamente illiquido e riservato ai soli operatori istituzionali. Tengo d’occhio questo derivato essendo in assoluto il riferimento azionario per tutti gli altri nel mondo. Viene scambiato sul circuito CME e ha un controvalore pari a:
valore battuto x 50 dollari

 

Come Fare un Reso Zalando

Zalando è un’azienda tedesca di ecommerce che vende abbigliamento, calzature e accessori. È stato fondato nel 2008 e ha la sua sede a Berlino, in Germania. Offre una vasta selezione di prodotti di diverse marche e stili, e si concentra sull’offrire un’esperienza di shopping online conveniente e facile da usare per i suoi clienti. Inoltre, offre anche opzioni come resi gratuiti e consegne rapide. Oggi è uno dei principali rivenditori online in Europa, con una presenza in diversi paesi.

Su Zalando, è possibile fare un reso entro 100 giorni dalla ricezione dell’ordine. L’articolo deve essere nuovo, non utilizzato e nella sua confezione originale. Tuttavia, alcuni articoli, come ad esempio quelli per la cura personale e la igiene, non possono essere restituiti per motivi igienici. In caso di dubbi, è possibile consultare la sezione Restituzioni e resi del sito di Zalando per ulteriori informazioni.

Per fare un reso su Zalando, è necessario seguire questi passaggi
-Accedi al tuo account Zalando e vai alla sezione “I miei ordini”.
-Seleziona l’ordine per il quale vuoi effettuare un reso e clicca su Effettua un reso.
-Seleziona gli articoli che desideri restituire e inserisci le motivazioni del reso.
-Scarica e stampare l’etichetta di reso e attaccarla alla confezione.
-Invia il tuo reso a Zalando utilizzando il corriere selezionato nella procedura.
-Attendere la ricezione del reso da parte di Zalando e la conferma dell’accettazione.
-Riceverai il rimborso entro 14 giorni dalla ricezione del reso.

Tieni presente che alcuni articoli, come ad esempio quelli per la cura personale e la igiene, come spiegato in precedenza, non possono essere restituiti per motivi igienici. Inoltre, è importante rispettare il termine di 100 giorni per effettuare un reso e che gli articoli restituiti debbano essere nuovi, non utilizzati e nella confezione originale.

Nel caso in cui si cambi idea, è possibile annullare il reso Zalando seguendo questa guida.

La procedura per i resi su Zalando è molto semplice e intuitiva. Il processo di restituzione è ben organizzato e facile da seguire, con la possibilità di effettuare il reso direttamente dall’account personale. Inoltre, la possibilità di stampare l’etichetta di reso direttamente dal sito e la possibilità di scegliere tra diverse opzioni di spedizione rende il processo ancora più comodo.

Inoltre, il fatto che Zalando offra la possibilità di effettuare un reso entro 100 giorni dalla ricezione dell’ordine, offre la possibilità ai clienti di avere il tempo per decidere se mantenere o meno l’acquisto, senza sentirsi troppo pressati.

Come Aprire un Conto Deposito

Il conto deposito è uno degli strumenti di investimento a basso rischio, che può essere aperto in tempi brevi e con molta facilità, seguendo alcuni passi principali.

Per prima cosa il cliente deve avere un conto corrente tradizionale.

Il conto corrente tradizionale, sia bancario che postale, è indispensabile per aprire un conto deposito assolvendo alla funzione di conto corrente di appoggio dal quale fare transitare il denaro; può essere intestato ad una o più individui, con un massimo di 3-4 persone, ed il cliente deve sapere che non è necessario averlo nella stessa banca in cui si vuole aprire un deposito.

Inoltre gli intestatari del conto dovranno corrispondere esattamente ai nominativi che apriranno il conto deposito; è possibile che, per esempio, un conto corrente sia cointestato a 3 persone ma che il conto deposito sia intestato solo a due di queste tre persone.

Prima di procedere all’effettiva apertura di un conto deposito è necessario comprendere qual’è quello che si vuole attivare, quello cioè che rispecchia le peronali esigenze e caratteristiche.

Il mercato finanziario propone molte offerte vantaggiose a cui aderire, quindi è indispensabile che il cliente valuti bene le varie offerte sui migliori conti deposito, prendendo in considerazione tutti i parametri utili per questa operazione.

Una volta scelto il miglior conto deposito, è il momento di aprirlo effettivamente, eseguendo la procedura di registrazione online oppure tramite le filiali.

Al cliente è richiesto generalmente di compilare con i propri dati personali un form che si trova in tutti i siti delle banche.

Oltre a questo, in alcuni casi è necessario scegliere il tipo di conto che potrà essere:

conto deposito vincolato
conto deposito non vincolato
Appartengono alla prima categoria tutti quelli che richiedono di vincolare la somma di denaro per un numero di mesi prefissato.

Generalmente è possibile scegliere quanto tempo vincolare il proprio denaro a partire da un minimo di 1 mese e fino a un massimo di 36 mesi. Il conto deposito vincolato è la categoria che generalmente offre il rendimento maggiore, proprio perché non si può usufruire del denaro versato fino allo scadere del vincolo a meno del pagamento di una penale alla banca o se si rinuncia agli interessi maturati fino a quel momento.

I conti deposito non vincolati o deposito libero permettono di usufruire liberamente del denaro versato in qualunque momento e sono adatti a chi preferisce avere la possibilità di prelevare somme dal conto senza vincoli nonostante i tassi di rendimento minore. I conti a deposito libero permettono di usufruire liberamente del denaro versato in qualunque momento e sono adatti a chi può avere la necessità improvvisa di prelevare somme dal conto.

Il cliente si trova così, dopo aver eseuito i passaggi indicati nella procedura, a stampare ed inviare la documentazione firmata.

Inoltre, dovranno essere allegate le copie di documenti, tra cui:

documento di identità
il codice fiscale di ogni singolo intestatario
E’ preferibile fare sempre una spedizione con raccomandata A/R in modo da avere sempre traccia dell’invio.

Successivo alla spedizione del contratto, è necessario per il cliente effettuare un primo bonifico dal conto corrente tradizionale al conto deposito. Il bonifico, a seconda della politica interna alla banca scelta, potrebbe essere di pochi euro fino ad un massimo di 100 euro circa.

Una volta che la banca avrà attivato il conto deposito, il cliente potrà effettuare, attraverso apposite piattaforme online gestite dalle banche, dei nuovi versamenti per trasferire il denaro, dopo di che scegliere ed impostare l’investimento.

Basterà scegliere:

la durata del deposito (che va da 1 mese fino a 36 mesi),
il tipo di vincolo (presente o assente),
l’importo da vincolare.
E’ importante ricordare che il conto deposito solitamente non ha costi di gestione ne canoni annuali ed è gratuito.

Inoltre oggi, per una politica pubblicitaria, la maggior parte delle banche si carica anche del pagamento del bollo di imposta annuale.

 

Quali Sono le Spese per un Mutuo

Quando si parla di spese o costi del mutuo, dobbiamo sapere che oltre al tasso di interesse applicato ci sono altre voci da tenere in considerazione che si vanno ad addizionare alla rata.

Tra le voci di costo del mutuo troviamo innanzitutto le spese di istruttoria della pratica di mutuo, rappresentate da tutte quelle azioni che compie l’istituto erogatore per stabilire l’effettiva bontà creditizia del richiedente. Le spese del perito, nominato dalla banca per accertare il valore dell’immobile dato come garanzia ed ad accertarne la regolarità urbanistica.

Altri costi sono rappresentati dalla parcella del notaio e relativi costi notarili, dall’assicurazione obbligatoria di incendio e scoppio che varia in base al valore dell’immobile e dalla durata del mutuo, l’imposta sostitutiva da destinare all’erario, che varia in base se si tratta di mutuo per acquisto prima casa o seconda casa.
La legge Italiana, in materia di stipula del contratto di mutuo, obbliga l’intervento ed l’operato del notaio, attraverso tutte quelle attività affinché l’atto venga formalizzato.
Il notaio per tutte le sue attività viene compensato dal mutuatario.
I costi notarili da affrontare nel’accensione di un mutuo, come detto, non sono da sottovalutare. Essi sono consistenti e si basano su piani tariffari suddivisi per scaglioni ad importi crescenti che fanno riferimento al valore iscritto ad ipoteca e non all’importo del mutuo.
Pertanto l’importo da corrispondere al notaio andrà ad aumentare con l’aumento del valore che verrà scritto ad ipoteca.
La maggioranza degli istituti di credito richiedono l’iscrizione di un valore superiore a quello finanziato, solitamente è il 150% ma possono richiedere un’iscrizione anche del 200% e non mancano casi in cui si arriva persino al 300%. Questo valore anche se non genera costi diretti può far lievitare i costi notarili le cui tariffe si basano su di esso.
Le banche si avvalgono di questo strumento di garanzia per coprire tutte le eventuali spese derivanti da un’eventuale azione di recupero credito. Quindi l’importo iscritto ad ipoteca dovrà coprire l’importo del capitale erogato, gli interessi non ancora maturati, gli interessi moratori sui pagamenti non ricevuti, i premi assicurativi, spese tributarie notarili giudiziarie ecc.
Se non fosse per le spese notarili al mutuatario cambia poco se l’iscrizione dell’ipoteca supera pesantemente l’importo de mutuo erogato, anche perché raramente le banche concedono un mutuo di secondo grado su un immobile gravato da ipoteca di primo grado presso un altro istituto di credito.
Occorre dunque far attenzione al valore che la banca richiede ad iscrizione dell’ipoteca sia perché questo può incidere sulle spese del mutuatario sia perché tali spese non vengono prese in considerazione del calcolo del TAEG.
All’onorario del notaio (costi notarili) vanno ad aggiungersi le spese riguardanti la registrazione dell’atto, le dovute imposte di registro e di bollo, le tasse dovute all’erario e all’archivio notarile o ufficio dei registri notarili, e l’iva 20% sull’onorario.

Esistono poi dei costi di gestione del mutuo, spesso possiamo trovare nell’importo delle rate da rimborsare periodicamente alla banca una piccola somma che sta ad indicare la spesa per incasso rata; se la rata o rate non vengono pagate secondo i termini stabiliti da contratto, la banca può applicare un tasso di mora previsto in sede contrattuale; spese di cancellazione d’ipoteca nel caso in cui si decida di vendere l’immobile per cui si stia già pagando un mutuo poi estinto.