Come Fare un Reso Zalando

Zalando è un’azienda tedesca di ecommerce che vende abbigliamento, calzature e accessori. È stato fondato nel 2008 e ha la sua sede a Berlino, in Germania. Offre una vasta selezione di prodotti di diverse marche e stili, e si concentra sull’offrire un’esperienza di shopping online conveniente e facile da usare per i suoi clienti. Inoltre, offre anche opzioni come resi gratuiti e consegne rapide. Oggi è uno dei principali rivenditori online in Europa, con una presenza in diversi paesi.

Su Zalando, è possibile fare un reso entro 100 giorni dalla ricezione dell’ordine. L’articolo deve essere nuovo, non utilizzato e nella sua confezione originale. Tuttavia, alcuni articoli, come ad esempio quelli per la cura personale e la igiene, non possono essere restituiti per motivi igienici. In caso di dubbi, è possibile consultare la sezione Restituzioni e resi del sito di Zalando per ulteriori informazioni.

Per fare un reso su Zalando, è necessario seguire questi passaggi
-Accedi al tuo account Zalando e vai alla sezione “I miei ordini”.
-Seleziona l’ordine per il quale vuoi effettuare un reso e clicca su Effettua un reso.
-Seleziona gli articoli che desideri restituire e inserisci le motivazioni del reso.
-Scarica e stampare l’etichetta di reso e attaccarla alla confezione.
-Invia il tuo reso a Zalando utilizzando il corriere selezionato nella procedura.
-Attendere la ricezione del reso da parte di Zalando e la conferma dell’accettazione.
-Riceverai il rimborso entro 14 giorni dalla ricezione del reso.

Tieni presente che alcuni articoli, come ad esempio quelli per la cura personale e la igiene, come spiegato in precedenza, non possono essere restituiti per motivi igienici. Inoltre, è importante rispettare il termine di 100 giorni per effettuare un reso e che gli articoli restituiti debbano essere nuovi, non utilizzati e nella confezione originale.

Nel caso in cui si cambi idea, è possibile annullare il reso Zalando seguendo questa guida.

La procedura per i resi su Zalando è molto semplice e intuitiva. Il processo di restituzione è ben organizzato e facile da seguire, con la possibilità di effettuare il reso direttamente dall’account personale. Inoltre, la possibilità di stampare l’etichetta di reso direttamente dal sito e la possibilità di scegliere tra diverse opzioni di spedizione rende il processo ancora più comodo.

Inoltre, il fatto che Zalando offra la possibilità di effettuare un reso entro 100 giorni dalla ricezione dell’ordine, offre la possibilità ai clienti di avere il tempo per decidere se mantenere o meno l’acquisto, senza sentirsi troppo pressati.

Come Aprire un Conto Deposito

Il conto deposito è uno degli strumenti di investimento a basso rischio, che può essere aperto in tempi brevi e con molta facilità, seguendo alcuni passi principali.

Per prima cosa il cliente deve avere un conto corrente tradizionale.

Il conto corrente tradizionale, sia bancario che postale, è indispensabile per aprire un conto deposito assolvendo alla funzione di conto corrente di appoggio dal quale fare transitare il denaro; può essere intestato ad una o più individui, con un massimo di 3-4 persone, ed il cliente deve sapere che non è necessario averlo nella stessa banca in cui si vuole aprire un deposito.

Inoltre gli intestatari del conto dovranno corrispondere esattamente ai nominativi che apriranno il conto deposito; è possibile che, per esempio, un conto corrente sia cointestato a 3 persone ma che il conto deposito sia intestato solo a due di queste tre persone.

Prima di procedere all’effettiva apertura di un conto deposito è necessario comprendere qual’è quello che si vuole attivare, quello cioè che rispecchia le peronali esigenze e caratteristiche.

Il mercato finanziario propone molte offerte vantaggiose a cui aderire, quindi è indispensabile che il cliente valuti bene le varie offerte sui migliori conti deposito, prendendo in considerazione tutti i parametri utili per questa operazione.

Una volta scelto il miglior conto deposito, è il momento di aprirlo effettivamente, eseguendo la procedura di registrazione online oppure tramite le filiali.

Al cliente è richiesto generalmente di compilare con i propri dati personali un form che si trova in tutti i siti delle banche.

Oltre a questo, in alcuni casi è necessario scegliere il tipo di conto che potrà essere:

conto deposito vincolato
conto deposito non vincolato
Appartengono alla prima categoria tutti quelli che richiedono di vincolare la somma di denaro per un numero di mesi prefissato.

Generalmente è possibile scegliere quanto tempo vincolare il proprio denaro a partire da un minimo di 1 mese e fino a un massimo di 36 mesi. Il conto deposito vincolato è la categoria che generalmente offre il rendimento maggiore, proprio perché non si può usufruire del denaro versato fino allo scadere del vincolo a meno del pagamento di una penale alla banca o se si rinuncia agli interessi maturati fino a quel momento.

I conti deposito non vincolati o deposito libero permettono di usufruire liberamente del denaro versato in qualunque momento e sono adatti a chi preferisce avere la possibilità di prelevare somme dal conto senza vincoli nonostante i tassi di rendimento minore. I conti a deposito libero permettono di usufruire liberamente del denaro versato in qualunque momento e sono adatti a chi può avere la necessità improvvisa di prelevare somme dal conto.

Il cliente si trova così, dopo aver eseuito i passaggi indicati nella procedura, a stampare ed inviare la documentazione firmata.

Inoltre, dovranno essere allegate le copie di documenti, tra cui:

documento di identità
il codice fiscale di ogni singolo intestatario
E’ preferibile fare sempre una spedizione con raccomandata A/R in modo da avere sempre traccia dell’invio.

Successivo alla spedizione del contratto, è necessario per il cliente effettuare un primo bonifico dal conto corrente tradizionale al conto deposito. Il bonifico, a seconda della politica interna alla banca scelta, potrebbe essere di pochi euro fino ad un massimo di 100 euro circa.

Una volta che la banca avrà attivato il conto deposito, il cliente potrà effettuare, attraverso apposite piattaforme online gestite dalle banche, dei nuovi versamenti per trasferire il denaro, dopo di che scegliere ed impostare l’investimento.

Basterà scegliere:

la durata del deposito (che va da 1 mese fino a 36 mesi),
il tipo di vincolo (presente o assente),
l’importo da vincolare.
E’ importante ricordare che il conto deposito solitamente non ha costi di gestione ne canoni annuali ed è gratuito.

Inoltre oggi, per una politica pubblicitaria, la maggior parte delle banche si carica anche del pagamento del bollo di imposta annuale.

 

Quali Sono le Spese per un Mutuo

Quando si parla di spese o costi del mutuo, dobbiamo sapere che oltre al tasso di interesse applicato ci sono altre voci da tenere in considerazione che si vanno ad addizionare alla rata.

Tra le voci di costo del mutuo troviamo innanzitutto le spese di istruttoria della pratica di mutuo, rappresentate da tutte quelle azioni che compie l’istituto erogatore per stabilire l’effettiva bontà creditizia del richiedente. Le spese del perito, nominato dalla banca per accertare il valore dell’immobile dato come garanzia ed ad accertarne la regolarità urbanistica.

Altri costi sono rappresentati dalla parcella del notaio e relativi costi notarili, dall’assicurazione obbligatoria di incendio e scoppio che varia in base al valore dell’immobile e dalla durata del mutuo, l’imposta sostitutiva da destinare all’erario, che varia in base se si tratta di mutuo per acquisto prima casa o seconda casa.
La legge Italiana, in materia di stipula del contratto di mutuo, obbliga l’intervento ed l’operato del notaio, attraverso tutte quelle attività affinché l’atto venga formalizzato.
Il notaio per tutte le sue attività viene compensato dal mutuatario.
I costi notarili da affrontare nel’accensione di un mutuo, come detto, non sono da sottovalutare. Essi sono consistenti e si basano su piani tariffari suddivisi per scaglioni ad importi crescenti che fanno riferimento al valore iscritto ad ipoteca e non all’importo del mutuo.
Pertanto l’importo da corrispondere al notaio andrà ad aumentare con l’aumento del valore che verrà scritto ad ipoteca.
La maggioranza degli istituti di credito richiedono l’iscrizione di un valore superiore a quello finanziato, solitamente è il 150% ma possono richiedere un’iscrizione anche del 200% e non mancano casi in cui si arriva persino al 300%. Questo valore anche se non genera costi diretti può far lievitare i costi notarili le cui tariffe si basano su di esso.
Le banche si avvalgono di questo strumento di garanzia per coprire tutte le eventuali spese derivanti da un’eventuale azione di recupero credito. Quindi l’importo iscritto ad ipoteca dovrà coprire l’importo del capitale erogato, gli interessi non ancora maturati, gli interessi moratori sui pagamenti non ricevuti, i premi assicurativi, spese tributarie notarili giudiziarie ecc.
Se non fosse per le spese notarili al mutuatario cambia poco se l’iscrizione dell’ipoteca supera pesantemente l’importo de mutuo erogato, anche perché raramente le banche concedono un mutuo di secondo grado su un immobile gravato da ipoteca di primo grado presso un altro istituto di credito.
Occorre dunque far attenzione al valore che la banca richiede ad iscrizione dell’ipoteca sia perché questo può incidere sulle spese del mutuatario sia perché tali spese non vengono prese in considerazione del calcolo del TAEG.
All’onorario del notaio (costi notarili) vanno ad aggiungersi le spese riguardanti la registrazione dell’atto, le dovute imposte di registro e di bollo, le tasse dovute all’erario e all’archivio notarile o ufficio dei registri notarili, e l’iva 20% sull’onorario.

Esistono poi dei costi di gestione del mutuo, spesso possiamo trovare nell’importo delle rate da rimborsare periodicamente alla banca una piccola somma che sta ad indicare la spesa per incasso rata; se la rata o rate non vengono pagate secondo i termini stabiliti da contratto, la banca può applicare un tasso di mora previsto in sede contrattuale; spese di cancellazione d’ipoteca nel caso in cui si decida di vendere l’immobile per cui si stia già pagando un mutuo poi estinto.

Come Funziona la Surroga di un Mutuo

L’accesso al credito non è sempre facile soprattutto se si tratta di mutuo, le garanzie e le condizioni che le banche richiedono spesso ostacolano il cliente negando il finanziamento. Il soggetto si trova dunque condizionato nella scelta ed indotto ad accettare condizioni a lui non troppo favorevoli pur di poter ottenere il mutuo. Il variare delle condizioni economiche del mercato di riferimento e anche la maggior concorrenza fra i vari istituti di erogazione porta sempre più ad un’offerta differenziata di tali prodotti: mutui diversi tra loro, a tassi fissi variabili o misti, mutui che prevedono la sospensione delle rate in determinate condizioni; mutui che prevedono la variazione dell’importo della rata e la durata del mutuo. Finalmente condizioni diverse che meglio si adattano alle singole esigenze e la durata del mutuo abbastanza elevata fa si che si possano valutare diverse e nuove offerte rendendo appetibile il cambiamento verso mutui migliori.

Se dunque prima della scadenza del mutuo il mutuatario trova presso un’altra banca un mutuo a condizioni migliori del precedente, può chiedere di spostare la sua situazione debitoria dal primo istituto al successivo che gli concederà il nuovo mutuo. Tale operazione prende il nome di surroga o procedura di surrogazione ed è divenuta accessibile con la Legge n.40 del 2007, legge Bersani, la quale prevede che sia nullo qualsiasi patto o clausola che impedisca l’esercizio di tale operazione o che la renda onerosa. L’ipoteca inerente all’immobile in questione non verrà cancellata e poi riaccesa ma semplicemente fatta slittare sul nuovo mutuo, tutti i diritti inerenti a tale garanzia saranno a favore nel nuovo istituto di credito. Il mutuante surrogato subentra dunque nell’ipoteca e nelle altre garanzie accessorie sia personali che reali. Inoltre la portabilità dell’ipoteca permetterà il trasferimento del mutuo senza dover sopportare ulteriori costi notarili. Ad atto perfezionato verrà inserita una annotazione ai margini dell’ipoteca dell’avvenuta surroga o portabilità

La procedura e abbastanza semplice, la banca subentrante provvederà a comunicare alla banca originaria l’avvenuta richiesta effettuata dal mutuatario di spostare la sua situazione debitoria, e concorderanno una data per provvedere alla formalizzazione dell’operazione. La nuova banca oltre a fissare la data per la formalizzazione della surroga, chiederà un resoconto della situazione debitoria residua del mutuatario alla data fissata; La banca originaria dovrà provvedere a comunicare tali dati entro 10 gg. lavorativi e confermare la data in cui avverrà l’atto. La banca subentrante provvederà dunque alla data indicata ad effettuare un atto unico tramite scrittura privata autenticata o atto pubblico, è dunque richiesta la presenza di un notaio. In tale atto verrà riportato il nuovo contratto di mutuo, la quietanza di pagamento con la situazione debitoria del mutuatario della banca originaria e il consenso del mutuatario alla surroga e all’annotazione della surroga sull’ipoteca. L’annotamento della surroga potrà essere richiesto al conservatore allegando copia autentica dell’atto di surroga senza formalità. La banca subentrante provvederà sostituendosi al mutuatario a saldare il debito residuo del primo mutuo e si sostituirà alla banca originaria diventando creditrice verso il mutuatario e vantando tutti i diritti ad esso inerenti. Il mutuatario a sua volta dovrà versare le rate del mutuo alle condizioni stabilite dal nuovo contratto alla banca subentrante.

Naturalmente effettuare l’operazione di surroga sarà vantaggiosa se le condizioni contrattuali del nuovo mutuo sono migliori. Con la surroga si potranno cambiare oltre alla banca che eroga il finanziamento anche la tipologia di tasso, passare per esempio da un mutuo a tasso variabile ad un mutuo a tasso fisso, passare al misto o viceversa. Si potrà ottenere un tasso dello stesso tipo ma con spread più basso e si potrà variare la durata del finanziamento e ottenere una rata più bassa, ecc.

L’importo finanziato dovrà però corrispondere al debito residuo del precedente mutuo. Se dunque serve un mutuo di importo superiore rispetto al debito residuo del vecchio mutuo si dovrà effettuare un ulteriore contratto indipendente od optare per la semplice sostituzione del mutuo con l’accollo in entrambi i casi di tutti costi notarili ed altri oneri derivanti. Paragonando questi due casi la sostituzione potrebbe risultare più conveniente in quanto la banca non dovendo accollarsi alcuni costi relativi alla surroga concederà tassi migliori. Se però si tratta di mutuo relativo a seconda casa si deve tener conto dell’imposta sostitutiva del 2% e quindi la surroga con contratto integrativo potrebbe rimanere la scelta migliore.

I costi per accedere alla surroga sono nulli
non essendoci la cancellazione dell’ipoteca non ci sono costi notarili, inoltre la vecchia banca non può richiedere penali e commissioni per l’estinzione del mutuo anche se presenti nel contratto; al cliente non possono essere imputati da entrambi gli istituti alcun tipo di commissione ed oneri di qualsiasi natura, non ci sono neppure i costi relativi all’imposta sostitutiva, e rimangono i benefici fiscali del mutuo iniziale; La parcella notarile dovuta per l’autenticazione della sottoscrizione della surroga (portabilità) o per la redazione dell’atto di surroga sono a carico del mutuante subentrante; non vi sono spese di istruttoria o relative ad accertamenti catastali, esse vengono effettuate tramite procedure interbancarie volte alla riduzione al minimo dei tempi di adempimento e dei costi (Legge n.244 del 2007); non vi è la necessità di una nuova perizia dell’immobile si può accettare quella precedente e non occorre stipulare una nuova polizza incendio, basta cambiare il vincolo a favore della banca subentrante.

In sintesi la surroga non avendo costi può diventare un reale aiuto a chi non ha valutato correttamente il precedente mutuo trovandosi ad esempio con rate diventate troppo alte o un’opportunità di risparmio per chi a trovato un mutuo a condizioni migliori del precedente.

Cosa Sono TAN e TAEG

La legge n. 141 del 1991 (che recepisce alcune direttive CEE) stabilisce l’obbligo, negli annunci pubblicitari con cui vengono comunicate cifre concernenti la concessione di un credito al consumo, di indicare anche il T.A.E.G. dell’operazione.

Tale TAEG (tasso annuo effettivo globale) è definito (D.M. 8 Luglio 1991) come quello che rende uguale, su base annua, la somma del valore attuale di tutti gli importi che compongono il finanziamento erogato dal creditore alla somma del valore attuale di tutte le rate di rimborso.

Il decreto ministeriale citato definisce, assai correttamente, il TAEG come un indicatore sintetico e convenzionale del costo totale del credito. Arriva altresì, cosa inusitata nel nostro paese, a riportare l’equazione: che va risolta con l’algebra, con un programma di calcolatore; tutti i passaggi matematici devono essere eseguiti con una precisione di almeno otto cifre decimali.

La comunicazione del TAEG è abitualmente accompagnata da quella del TAN (tasso annuo netto): che rappresenta il TAEG al netto delle spese, diverso dal prezzo di acquisto, che vengono a gravare sul consumatore in relazione alla stessa operazione di finanziamento. Il TAEG che rappresenta il costo totale del credito è un buon indicatore per studiare e confrontare le diverse proposte di mutuo.