L’operato di un blog aziendale non dovrebbe ridursi a ciò che si dice e come si dice, ma a volte converebbe usare il blog come un luogo di conversazione e quindi come uno strumento con cui porre domande ai lettori.
Quindi, usando il corporate blog per sollecitare nuove idee per un prodotto, il blogging non si limiterebbe soltanto ai messaggi in uscita.
Trovo sia semplicemente assurdo escludere il lettore durante la creazione di un nuovo prodotto per poi, una volta terminato, rivolgersi a lui in fase di vendita.
Mi sentirei profondamente offeso, soprattutto verso le aziende da cui mi servo con regolarità. Il cliente non dovrebbe essere considerato un semplice consumatore, ma parte attiva dell’organizzazione.
In fondo, non è questo che rende così popolare lo sport del calcio? I tifosi vogliono dire la loro, partecipare, contestare, sostenere la propria squadra del cuore. Acquistano i biglietti per le partite, le magliette e i gadget, si autofinanziano nelle trasferte e per le coreografie allo stadio.
Cosa ci guadagnano? Nulla, se non il fatto di divenire il “dodicesimo uomo in campo”. I clienti evangelizzati non cercano guadagni ma bensì gratificazioni e il senso di appartenenza verso una comunità.
Il blog aziendale segna un ulteriore passo avanti e sfrutta l’opportunità di interrogare i lettori, mediante una piattaforma che consenta agli utenti di far valere le loro opinioni.