Da circa un decennio ormai, è diventato uso costume spostarsi, non solo dalla propria città, ma anche dalla propria nazione, per cercare prospettive migliori di vita e di lavoro o per provare una nuova esperienza.
Fino ad un paio di anni fa le mete predilette erano l’Inghilterra e L’Irlanda, viste come vere e proprie mecche per tutti i lavoratori europei, grazie alla presenza di molte aziende internazionali agevolate dai bassi regimi fiscali. Ma qualche anno la crisi ha colpito in maniera decisa l’economia europea, soprattutto britannica, costringendo molti lavoratori, anche qualificati, come i manager a fare le valigie e lasciare il paese.
Ora trovare un lavoro qualificato a Londra non è molto semplice. Le migliori opportunità si trovano nella ristorazione e nei lavori manuali (anche molti meno nell’edilizia rispetto a tre o quattro anni fa, quando la buona situazione economica permetteva l’apertura di numerosi cantieri). La cosa migliore da fare è dunque quella di recarsi sul posto, preparare un proprio curriculum in inglese e, oltre che presentarvi di persona al datore di lavoro, impiegate la maggior parte del tempo a girare per le agenzie interinali per lasciare il vostro curriculum e fare colloqui; questo è il metodo più semplice per trovare un lavoro.
Due cose importanti che si devono avere quando si cerca lavoro a Londra (e in Inghilterra in generale): il passaporto (scordatevi la carta d’identità fuori dall’Italia) e un conto in una banca inglese. Per quest’ultima cosa, non ci dovrebbero essere problemi, la burocrazia è molto snella, basta recarsi in un istituto bancario con il passaporto e aprire in breve tempo un conto corrente, necessario per ricevere i pagamenti, a meno che voi non lavoriate in nero e veniate pagati cash; questa opzione, oltre che illegale, è assolutamente sconsigliata perché i controlli sono molti e le conseguenze, sia per il datore che per il lavoratore, molto serie.